sabato 29 marzo 2014

Follow the Trail to Affection [Abe]

Ho cominciato a contare i minuti fin da quando sono giunto alla Shouye stasera; minuti lontano dall'ospedale, dalle sale operatorie o dai fronti più poveri dei pianeti del Rim dove in questo lasso di tempo qualcuno ha sperato in un aiuto, in un miracolo dell'ultimo istante, che questa sera non può arrivare.
Mentre sto dicendo quelle poche parole, i miei occhi volano tra i presenti con tale rapidità che mi rendo conto soltanto più tardi di averli veramente visti.

La presentazione di Yahn ha marchiato di nuovo a fuoco nella mia mente il ricordo di quell'incontro con il governo, l'udienza in cui ho compreso che siamo stati usati, che avremmo anche potuto ingrassare felici sugli allori che la nostra proposta sarebbe ugualmente passata.

Daphne accanto a me introduce elogiando la mia persona, non credo di meritare alcun elogio, non capisco perchè si dovrebbe essere felici dopo aver dimostrato che chiunque può agire per cambiare le cose e che quindi non c'è nessuno tra tutti gli altri che vuole realmente farlo.

Elian Chernenko mi sta fissando, colgo qualcosa sul suo volto; forse il segno di un'insoddisfazione di fondo, il segno della consapevolezza condivisa che non è bastato questo piccolo miracolo su Bullfinch, che semmai questo è solo l'inizio. Non c'è nulla di cui vantarsi, c'è ancora molto lavoro da fare ed ovunque.

Ci ho pensato, per un momento.
Mi sono fermato mentre stavo parlando, ho dischiuso le labbra con il vero e reale intento di dire che tutto questo non conta nulla, che non c'è nulla per cui sorridere, che ogni istante che stiamo qui a consumare tartine ed alcolici qualcuno che ha bisogno dei nostri sforzi sta morendo. Che chiunque sia qui in questo momento è solamente un panzone ipocrita.

Ci vuole poco, bastano poche parole per esternare tutta la mia rabbia per ciò che ho vissuto, per ciò che ho capito, per questa festa e questi invitati...

Ma non posso farlo.
E' quel punto dorato in fondo al giardino, un po' in disparte, sono quegli occhi azzurri oceano su di me, quei capelli sciolti e quell'abito che sa di nuove speranze e nuove possibilità, che mi ricorda che non mi posso preoccupare solo di me stesso. Sono quelle labbra chiuse che mi sussurrano fierezza che rimarcano i miei debiti e le mie mancanze.

Completo il discorso dicendo qualcosa di vero e sentito, non offensivo, nemmeno allegro in effetti, ma sembra piacere agli invitati.

Quando scendo ci sono saluti, strette di mano, rapidi dialoghi e sorrisi a cui non partecipo con grande interesse. Ho soltanto voglia di tranquillità, di un whiskey.
Almeno fino a che non arriva la bellissima Jade che scardina ogni mia pretesa di malinconia, che mi rende pienamente consapevole di quanto mi sia affezionato a lei, di quanto la sua assenza o la sua presenza possano influire sul mio umore. L'ultima volta che mi sono attaccato così tanto a qualcosa o a qualcuno, ho commesso un omicidio per difendere ciò che ritenevo prezioso.

Sarebbe inappropriato o sconveniente se ti chiedessi di ballare Jade Lee?
No Abe, ma cerca di divertirti, questa festa è anche per te.

You Promised
I Know

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