giovedì 16 ottobre 2014

Follow another Trail [Abe]

Il plasma rosso si ingurgita gli ultimi piani del Building Sud.
Qualche ora prima, un cambio di programma all'ultimo momento: la mia segretaria ha spostato un appuntamento alla torre Sud di quella sera al giorno successivo.
Così la vedo erodersi, i piani alti collassare. Non li sento, ma so che lì dentro stanno morendo.

Non soffro, non piango, non ne ho il tempo. Sono già attaccato al Cortex per coordinare i soccorsi; qualche giornalista mi chiama, le agenzie vogliono sapere cosa è successo, ma non rispondo.
Jade non era di turno questa sera.

Mi convinco, perchè in fondo so che è vero, che il distacco è fondamentale per poter agire al meglio e con ragione.
Così un bambino che piange viene sollevato di peso dalle mie braccia e allontanato senza grazia dal luogo.
Un uomo con le gambe tranciate dalle macerie rantola i suoi ultimi istanti, in cerca di un conforto che io non ho tempo di dargli. Morirà qualche minuto dopo, un'espressione torta sul suo volto, deformata dall'abbandono e dalla solitudine.
Mi pento di questa mia mancanza.
Ce n'è un altro, che rantola mentre il sangue gli invade gli alveoli polmonari. Gli stringo con forza la mano inginocchiandomi accanto a lui, gli accarezzo la fronte. Vorrei dirgli qualcosa, ma è troppo tardi, è già morto.

Alla fine di tutto, rimane un solo numero da chiamare.
Rassicuro Daphne delle mie condizioni e le affido un nuovo incarico.

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