venerdì 21 febbraio 2014

Follow the Trail to Aid [Abe]

Sfilano uno dietro l'altro, silenziosi come spettri, affamati come belve, disperati come orfani. Non li conto nemmeno, non ne ho il tempo; controllo solo che abbiano effettivamente bisogno di ciò che consegno loro, dopo di che si allontanano in fretta. Qualcuno mi sorride, specie i più piccoli, ma so che tutti mi ringraziano ed allo stesso tempo mi odiano.
Io che sono la conseguenza della loro condizione, che sancisco il loro pianeta come desolato e morente. Sono solo uno di quelli che ha teso loro la mano, non peggiore di altri, sicuramente non migliore di altri, ma sono il simbolo della sconfitta, esattamente come tutti gli altri.

Ho imparato ad amare Bullfinch, la sua popolazione grezza e rude, le strade di Timisoara, nonostante siano  attraversate costantemente da poveri e disperati in cerca della loro vita, una vita che qualcuno ha strappato e stravolto per riconsegnarla loro mutilata e infetta. Non c'è odio nel concetto della guerra, nè in chi l'ha combattuta, solo l'odio e la paura per la sofferenza che vedo e che non riesco ad arginare.
Annuso l'aria, il vento mi porta l'odore di putrefazione; poco più in là in un vicolo, qualcuno è morto e sta marcendo. Nonostante i miei sforzi, c'è sempre qualcuno che muore, c'è sempre qualcuno che non arriva alla mia mano. Se potessi allungarne le dita e raggiungere ogni persona del 'Verse, sarei in pace, potrei morire lieto, consapevole di aver raggiunto il mio scopo.

Non esco dal centro di distribuzione questa notte. Dopo aver chiuso la saracinesca e le inferiate del bancone che da sulla strada, blindo la porta e accendo una piccola lampadina. Mentre sfoglio il rapporto agronomico di Lelaine Blackwood sullo stato dei terreni di Bullfinch, le parole di Volkov mi entrano come chiodi arrugginiti nello stomaco.

Bullfinch diverrà la nuova Shadetrack.

La consapevolezza di avere, con i miei gesti, solo allontanato una fine inevitabile mi rende inquieto.
Appoggio le spalle ad uno degli scaffali, accendo la pipa che un tempo apparteneva a mio fratello; fumo lentamente senza riuscire a pensare a nulla, se non alle labbra nere di Lelaine quella sera alla festa sulla Carnival Mistress.

So perchè sono inquieto. La terraformazione di LS9 in  Roanoke, la mia promozione a Manager... I miei colleghi si sono congratulati con me, elogiano il mio lavoro, il mio operato, mi stringono la mano.
Ma non capiscono, nessuno di loro ha capito. Non sono affatto migliore di loro, nè più bravo, nè più capace in ciò che conta davvero. Stanno tutti sbagliando, puntano il loro sguardo in alto, verso di me, quando dovrebbero tenere gli occhi sul mondo e agire per migliorarlo, non per ascendere la scala gerarchica.
La promozione e le mie gesta in Blue Sun a tratti mi danno quasi fastidio; so che con tutti i capitali investiti nel progetto di Terraforming avremmo potuto risollevare Bullfinch e Greenfield dai dolori del dopoguerra.
Ma nessuno ha creduto nella possibilità che accadesse.

Non si può certo definirli affari herr Stone, la sua è un'azione inutile, senza un guadagno.

Tutto il mondo economico si fonda sulla fiducia che un capitale prestato venga restituito. La chiave della salvezza di Bullfinch è stabilire un livello concreto e credibile di fiducia in chiunque voglia investire i propri capitali.

Questa sarà la mia strada, il mio attaccamento per questo pianeta sull'orlo della desolazione è del tutto razionalmente insensato, eppure esiste ed ora è il mio punto d'arrivo.

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